Il WHOIS è ormai storia

Quando fu creato internet, si pesò di catalogare le risorse informatiche in un grande sistema, questo prese il nome di WHOIS, che tradotto in italiano sta a significare “Chi è”.

Questo sistema fu creato intorno al 1980 e da allora contiene le informazioni di milioni di siti web, IP ed Autonomous System (detti AS in breve, e sono i nomi logici di quei operatori che hanno in possesso porzioni di indirizzi IP pubblici).

Il suo funzionamento, benché macchinoso, non è mai stato alterato, per ben 45 anni. Finché…

Il successore del WHOIS

nel 2013 si iniziò a sviluppare un nuovo sistema per essere il successore del WHOIS che non avesse le stesse problematiche. E nel 2015 vennero pubblicare varie RFC (request for comment) per mettere le basi del nuovo sistema RDAP (Registration Data Access Protocol).

Nel gennaio 2023 l’ente internazionale ICANN pubblicò una votazione tra tutti i registrar, ovvero le entità che hanno il potere di registrare DNS o assegnare indirizzi IP, nel quale si chiedeva di votare su un nuovo sistema di WHOIS.

In meno di 60 giorni venne raggiunta la maggioranza e poco dopo furono stabilite le date per l’effettiva messa in produzione del nuovo servizio RDAP e della dismissione del WHOIS.

Così come ultimo giorno, prima della deprecazione di alcuni obblighi del WHOIS per i domini gTLD (global Top Level Domain, ovvero i domini non appartenenti alle nazioni nel mondo), venne stabilita la data 28 gennaio 2025. Da quel giorno i registrar dei gTLD non sono obbligati ad aggiornare le informazioni del WHOIS.

Punti di forza dell’RDAP

Questo nuovo sistema si basa su chiamate Web, dette REST api. Le risposte del servizio RDAP permettono una rappresentazione dei dati in maniera struttura, rispetto che a un testo come nel WHOIS.

Uno dei principali problemi del WHOIS era l’aggiunta di nuove informazioni alla risposta, che spesso causava malfunzionamenti nei sistemi. L’RDAP, invece, consente di estendere facilmente le informazioni di una risorsa senza alterarne la struttura dati.

Come interfacciarsi con il servizio RDAP

Attualmente esiste il sito rdap.org che non solo permette di interrogare i servizi RDAP dei vari TLD, ma tiene traccia anche dello stato di implementazione del nuovo servizio, consultabile alla seguente pagina deployment.rdap.org. Un fatto interessante è che per ogni TLD mostra quanti domini sono registrati, una informazione difficile da reperire in passato e che ora è pubblica.

Una cosa che mi è saltata all’occhio, è una pagina dei dati di IANA, data.iana.org/rdap/dns.json. Questa pagina non solo contiene tutti i TLD e l’indirizzo del server RDAP associato, ma raggruppa anche TLD appartenenti allo stesso ente, o meglio, che condividono lo stesso percorso del server RDAP. E questo ci fa capire quali TLD appartengono a chi in maniera veramente facile.

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alessandrobasi

Appassionato di informatica, scrivo su argomenti tecnici poco conosciuti su cui vale la pena soffermarsi.

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